SICILIA, ULTIMA CHIAMATA. ECCO IL PIANO DI SICINDUSTRIA

venerdì 29 aprile 2022

“Materie prime, energia, costo del lavoro. Sono queste oggi le priorità e non c’è tempo da perdere”. Gregory Bongiorno, presidente di Sicindustria, non ha dubbi: “La guerra in Ucraina sta minando un sistema già fiaccato dagli effetti dell’epidemia sanitaria: il clima di paura e di incertezza sta portando gli imprenditori a rimandare gli investimenti e le persone a ridurre i consumi. E se si pensa che in Sicilia dovevamo ancora recuperare terreno dopo la grande crisi del 2008, il quadro è tutt’altro che rassicurante”.
Le imprese tra caro-energia e caro-materiali
Le prime stime parlano di un 16% delle imprese che ha già ridotto la produzione; un altro 30 lo farà nelle prossime settimane. Tra qualche mese, quindi, quasi il 50% potrebbe essere costretto a fare i conti con scelte drammatiche a causa dei rincari dei prezzi energetici (+52,9% annuo su marzo), delle difficoltà di reperimento di materie prime, del forte aumento dei costi dei materiali e di una inflazione galoppante destinata a non esaurirsi nel breve periodo. Le imprese hanno finora assorbito in gran parte questi costi erodendo i propri margini, fino quasi ad annullarli. Ma non è possibile andare avanti così.
Il futuro nelle rinnovabili
Per prima cosa occorre affrontare il tema energetico fissando, così come ha avuto modo di ribadire più volte il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, un tetto ai costi con una regolamentazione dei prezzi coordinata al livello europeo e allungando i termini degli interventi già adottati così da garantire un orizzonte possibilmente annuale. E, al contempo, programmare una serie di azioni per arrivare all’indipendenza energetica, diversificando i partner internazionali produttori di materie prime, ma soprattutto aumentando la produzione di energia da fonti rinnovabili. La Sicilia, ricca di sole e di vento, in questo processo potrebbe giocare un ruolo strategico. “Per riuscirci però – afferma Bongiorno – serve che la Regione punti all’obiettivo con determinazione e senza blocchi puramente ideologici”.
Produrre lavoro come leva di competitività
Dopo il rimbalzo registrato nel 2021 che aveva fatto ben sperare, si sta fermando nuovamente tutto. È per questo che occorre adoperarsi per evitare innanzitutto un ulteriore aumento dell’inflazione, che già adesso ha toccato un livello che non si vedeva dagli anni Novanta e, al tempo stesso, per ridurre il costo del lavoro intervenendo sul cuneo fiscale così da fare arrivare più soldi in busta paga ai lavoratori e alleggerire contemporaneamente i costi per le imprese. Strumento fondamentale si è rivelato la Decontribuzione Sud che, secondo i dati Inps, nel 2021 ha portato a oltre 1,2 milioni di nuovi contratti di lavoro. “Stabilizzare l'agevolazione nel medio periodo per ridurre il divario Nord-Sud rilanciando l’occupazione – spiega il leader di Sicindustria – è un fatto di assoluta importanza. Per questo chiediamo al governo Draghi di abbandonare ogni forma di timidezza e continuare a battersi con decisione a Bruxelles per garantire il prosieguo di una misura che sta dando i risultati sperati”.
Sburocratizzare per crescere
Siamo a un punto di svolta. Le risorse per crescere ci sono, sia al livello nazionale sia al livello locale. “È necessario però che i soggetti chiamati a gestire i fondi – aggiunge Bongiorno – seguano una logica di spesa che risponda ai criteri di efficienza e di complementarietà tra somme a disposizione e investimenti programmati. Occorre un piano di sviluppo che individui obiettivi e priorità e occorre il rispetto dei tempi. Per il Pnrr abbiamo una data: il 2026. Non arriviamo a quel termine con un pugno di mosche in mano”. Ed è qui che il presidente di Sicindustria tocca uno dei nervi scoperti dell’amministrazione regionale: “La Sicilia – spiega – ha sempre avuto ritardi nella gestione dei fondi e nell’attrazione degli investimenti a causa della lentezza burocratica”. Qualche esempio? I tempi necessari per l’avvio e la conclusione dei procedimenti per ottenere le autorizzazioni ambientali di competenza regionale. Sicindustria ha esaminato il contenuto dei 613 decreti emanati tra il 2019 e il 2021. Di questi, il 60% circa, ossia 330, riguarda la procedura ambientale di assoggettabilità a Via o Vas, per il rilascio della quale la norma stabilisce il termine di 90 giorni dall’avvio del procedimento. Nella realtà il tempo medio è stato di 450 giorni e oltre il 50% delle richieste si è concluso con il rimando alla procedura Via o Vas per cui l’impresa ha dovuto ricominciare con un altro iter istruttorio e i tempi medi si sono dilatati ulteriormente fino ad arrivare a quasi due anni. Se si aggiunge, poi, il tempo necessario per ottenere il parere intermedio della Commissione Tecnico Specialistica (Cts) la situazione addirittura peggiora. E questo è soltanto un esempio di come il tunnel della burocrazia allunghi le sue braccia a dismisura stritolando le imprese in veri e propri gironi infernali.
Sicilia: ultima chiamata
“Con il Pnrr di soldi ne arriveranno tanti, come ne sono sempre arrivati con le varie programmazioni europee. Il problema resta quello della qualità della spesa e dello sblocco di permessi e autorizzazioni. Se il tempo è troppo lungo, gli imprenditori fuggono o decidono di investire in altro. Di contro, se si fa tesoro dell’allineamento perfetto rappresentato da Pnrr, Zone economiche speciali e fondi Ue, la Sicilia può davvero decollare. Ma è l’ultima chiamata. Occorre, lo ripeto, sburocratizzare, alleggerire, velocizzare. E soprattutto servono responsabilità ed etica della gestione pubblica per rilanciare un tessuto economico che ha grandi potenzialità di crescita, ma che deve finalmente essere messo nelle condizioni di competere ad armi pari con il resto del mondo”.
 


INIZIO

Powered by Xonex.it
Il presente sito utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti. Continuando la navigazione ne accetti l'utilizzo. Clicca qui per prendere visione dell'informativa.