AEROPORTI SICILIANI, SCONTRO SULLA GOVERNANCE DEGLI SCALI

sabato 3 maggio 2025

Tutti sembrano d’accordo, ma in Sicilia quando si comincia a parlare di governance e di privatizzazione dei due principali aeroporti la terra trema. La primavera siciliana si è surriscaldata sia a oriente che a occidente. A Catania è scaduto il cda della Sac, la società che gestisce anche l’aeroporto di Comiso; a Palermo invece l’ex presidente dell’Enac Vito Riggio si è dimesso da amministratore delegato della Gesap, la società che gestisce l’aeroporto Falcone-Borsellino. In ambedue i casi si sono aperte le danze con un coinvolgimento diretto della politica perché politico è il controllo delle due società di gestione. A Catania la maggioranza delle quote (il 60,64%) è in capo alla Camera di commercio del Sud-Est commissariata dalla Regione siciliana ma è commissariato anche l’Irsap (12,13% del capitale sociale) e fin qui anche il Libero consorzio provinciale di Siracusa (12,13% del capitale sociale): tutti rispondono direttamente al governo regionale e dunque al presidente della Regione Renato Schifani. A Palermo il controllo della Gesap è in capo a Comune e Area Metropolitana (tutte e due cumulano quasi il 72% delle azioni) e quindi in mano al sindaco Roberto Lagalla ma il peso politico del governatore siciliano è enorme: Riggio, per dire, si è dimesso dopo un comunicato di fuoco di Schifani. «Mi ero messo a disposizione con spirito di servizio - dice Riggio -. Sono tornato felicemente a fare il nonno. La mia impressione è che nessuno o quasi sia veramente interessato alla privatizzazione: alla politica interessa solo il bottino. Del resto secondo una teoria il diritto nasce proprio come elemento della sparizione. Forse l’unico ad avere un vero interesse a rendere efficiente il sistema è Schifani ma non mi pare abbia grande compagnia». Il caso più spinoso è quello di Catania: l’assemblea degli azionisti ha dato il via libera alla procedura per la privatizzazione avviata dall’attuale cda di cui è amministratore delegato Nico Torrisi. Il processo va avanti, ma si è subito posto il problema del rinnovo del consiglio che dovrà gestire il delicato iter. E le imprese, legittimamente, non vogliono restare alla finestra. Un tema posto per prima da Confindustria Catania e poi seguita da tutte le più importanti organizzazioni datoriali della Sicilia. Tanto da spingere il presidente della Regione a congelare il cda della Sac in attesa del rinnovo della rappresentanza della Camera di commercio: il termine ultimo indicato dal governatore è il 31 agosto ma è difficile che le procedure elettorali della Camera di commercio siano completate entro quella data mentre tutti sono d’accordo sulla necessità di avere prima possibile un cda con pieni poteri. L’ipotesi che circola è che si arrivi a un rinnovo prima possibile, forse anche entro giugno magari registrando informalmente il consenso delle associazioni imprenditoriali. E dunque il cerino torna in mano alla politica: da un lato c’è il governatore Schifani, dall’altro l’anima catanese di Forza Italia che fa capo al deputato Nicola D’Agostino e sul fronte Fratelli d’Italia avrebbe fatto sentire la sua opinione il presidente del Senato Ignazio La Russa. C’è da mettersi d’accordo sui nomi ma anche sulle strategie future dell’aeroporto: servono parecchi soldi per potenziare lo scalo e non tutti da queste parti sono convinti che privatizzare sia la scelta più giusta. Si vedrà. Apparentemente meno complessa la situazione sul fronte occidentale dove si è alla ricerca di un sostituto di Riggio la cui eredità è pesante: «Abbiamo fatto 12 milioni di utili nel 2023 e il bilancio 2024 parla di 15 milioni di utili» dice Riggio. Il bilancio, però, non è stato ancora approvato e le future strategie sulla privatizzazione, su cui spinge fortemente il governatore Schifani, sono tutte da definire anche se il Comune ha già dichiarato che intende vendere. Il nodo dell’amministratore delegato resta da sciogliere: «Per quanto riguarda l’amministratore delegato ricordo che è stata Forza Italia ad indicare il nome – dice Lagalla –. Sulla privatizzazione ho registrato un clima di condivisione assoluta. Noi lo abbiamo già scritto nel piano di riequilibrio e del resto la Camera di commercio ha già detto che vuole vendere la sua quota. Stiamo aspettando il via libera al piano di riequilibrio da parte della Corte dei conti: immaginiamo possa arrivare nelle prossime settimane e entro giugno potremo avviare la procedura con la scelta dell’advisor e così via». Gli imprenditori guardano con attenzione a ciò che accade: «Vediamo con favore la privatizzazione della Gesap - dice Luigi Rizzolo, presidente degli industriali - a condizione che sia condotta con una visione strategica e il pieno coinvolgimento di tutti i soci. Riteniamo imprescindibile che anche gli azionisti non di controllo vengano coinvolti nel percorso decisionale per garantire una governance equilibrata, trasparente e orientata alla crescita del territorio».


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