C’è un nuovo vento che soffia sul commercio internazionale, e non è favorevole. Le recenti tensioni con gli Stati Uniti sul fronte tariffario stanno generando un clima di incertezza crescente, capace di mettere in discussione anni di consolidati rapporti economici. A farne le spese rischiano di essere soprattutto le piccole e medie imprese, che vedono traballare una delle loro principali destinazioni export. In Sicilia, dove l’export verso gli Stati Uniti vale circa 1,2 miliardi di euro l’anno, l’allarme è già scattato
A suonare il campanello d’emergenza è Sicindustria, partner della Enterprise Europe Network (EEN), che mette in guardia: “Non possiamo più permetterci di legare il destino delle nostre imprese alle decisioni estemporanee di un governo straniero. Serve una strategia di lungo periodo”, sottolinea Luigi Rizzolo, presidente dell’associazione. Che aggiunge: “Il nostro tessuto produttivo va protetto. L’incertezza normativa e il ritorno a politiche commerciali aggressive rischiano di compromettere gli sforzi fatti dalle nostre imprese per conquistare fette di mercato. Serve un cambio di passo, che punti alla diversificazione e all’innovazione”.
Nuovi mercati per nuovi orizzonti
È su questo terreno che Sicindustria/EEN sta giocando la partita più importante: quella della diversificazione geografica dei mercati di sbocco. In un contesto globale sempre più instabile, Asia, Africa, America Latina e India si presentano come terre di opportunità, grazie a una domanda in crescita e a una maggiore apertura agli investimenti esteri. “Il futuro dell’export siciliano si gioca nei mercati emergenti – ribadisce Rizzolo –. In qualità di partner della rete EEN, presente in oltre 60 paesi e con più di 600 organizzazioni partner, mettiamo a disposizione delle imprese un ecosistema globale capace di favorire l’internazionalizzazione attraverso ricerca di partner, assistenza normativa, accesso ai fondi europei e consulenza personalizzata. È un patrimonio che dobbiamo saper sfruttare”.
Il tessuto produttivo va protetto
“Il rischio concreto – spiega Rizzolo – è viceversa che molte imprese, già messe a dura prova da un contesto economico globale incerto e complesso, perdano competitività proprio nei mercati dove avevano costruito solidi sbocchi commerciali”. Particolarmente esposto risulta il comparto agroalimentare, simbolo dell’eccellenza siciliana nel mondo. “La qualità dei nostri prodotti – prosegue Rizzolo – è indiscutibile, ma da sola non basta. È fondamentale agire ora, adottando un approccio che consenta alle imprese di superare gli ostacoli con visione e resilienza”.
Obiettivo: diversificare i mercati
Sicindustria/EEN ha quindi deciso di intensificare ulteriormente il proprio impegno, orientando le aziende verso strategie di diversificazione dei mercati. L’obiettivo è duplice: da un lato, mitigare i rischi derivanti da scelte politiche e commerciali esterne, dall’altro, favorire l’internazionalizzazione intelligente, promuovendo l’innovazione e facilitando l’accesso a nuove opportunità di crescita. “Da tempo – racconta il leader degli industriali – lavoriamo per rafforzare la presenza delle imprese siciliane in mercati ad alto potenziale come India, Cina, Asia, Africa e America Latina, con la consapevolezza che si tratta di aree che offrono importanti opportunità di espansione”. Ed è in quest’ottica che rientrano, ad esempio, la missione multisettoriale in Marocco (7-10 luglio) o quella in Brasile per le imprese innovative del settore agroalimentare (dal 6 al 10 ottobre, o ancora la prossima missione B2B che Sicindustria/EEN sta organizzando in collaborazione con Wonderfood Communication e co-organizzata dai partner di Enterprise Europe Network (la Business Network della Commissione Europea) e Agrifood Sector Group: “Sicily on Wine”, in programma dal 15 al 17 giugno 2025 a Chiusa Sclafani, in provincia di Palermo. Una iniziativa che metterà in contatto le cantine siciliane con gli importatori internazionali, tra cui anche buyer provenienti dall’India, e che è stata pensata per quelle aziende che producono circa 100.000 bottiglie annue: una fascia produttiva che rischierebbe di essere la più penalizzata da dazi e barriere commerciali. “Con eventi come il Sicily on Wine – commenta Rizzolo – vogliamo offrire alle imprese occasioni concrete per esplorare nuovi sbocchi, lontano dalle turbolenze atlantiche. È una risposta operativa a una crisi sistemica: aprire nuovi orizzonti, senza attendere che il vento cambi”.
Innovazione, incentivi e sostegno concreto
Ma la risposta all’incertezza globale non può essere solo geografica: è essenziale anche investire sull’innovazione come fattore abilitante della competitività. Digitalizzazione, sostenibilità, trasferimento tecnologico e sviluppo di nuovi modelli produttivi sono leve imprescindibili per rafforzare la presenza delle imprese siciliane a livello globale. “La diversificazione geografica è fondamentale – spiega Rizzolo – ma da sola non basta. Oggi le imprese devono saper integrare digitalizzazione, sostenibilità e sviluppo tecnologico nei propri modelli produttivi”. Per questo motivo, l’associazione degli industriali chiede che le istituzioni mettano in campo misure strutturali, capaci di accompagnare questo processo. “Occorre una strategia condivisa – afferma Rizzolo – che preveda, oltre alla diversificazione, il sostegno alle PMI attraverso politiche di incentivi fiscali, accesso agevolato al credito e semplificazione burocratica. Una cosa vorrei fosse chiara: non servono misure a pioggia che non fanno altro che disperdere risorse, ma interventi selettivi e mirati che incentivino chi investe, chi innova e chi crea valore. È questo il modo per rafforzare il nostro sistema produttivo e renderlo competitivo nel lungo periodo”.
Necessario un patto pubblico-privato per il cambiamento
L’appello è netto: serve un’azione congiunta tra imprese, istituzioni e stakeholder per affrontare il cambiamento con una visione di lungo periodo. “Oggi più che mai – conclude Rizzolo – il mondo sta cambiando rapidamente, e non possiamo permetterci di restare fermi. Perdere il mercato americano sarebbe un colpo durissimo per l’economia siciliana, ma se agiamo insieme, con lucidità e spirito costruttivo, possiamo aprire nuove strade, rafforzare la nostra posizione internazionale e garantire un futuro competitivo al nostro sistema produttivo. È il momento di un patto pubblico-privato che metta al centro l’impresa, l’innovazione e il territorio”.
Dazi USA, Sicindustria/Een rilancia sui mercati emergenti Rizzolo: `Serve agire subito`