RIFIUTI NUCLEARI: SICINDUSTRIA TRAPANI `PRONTI A FARE LE BARRICATE`

giovedì 14 dicembre 2023

La prima levata di scudi porta la data del 6 gennaio 2021. Ossia quando la Sogin, la società pubblica del nucleare, decise di includere anche la Sicilia nella Cnapi, la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. A distanza di quasi tre anni, ecco che la questione sembra assumere sempre più il carattere dell’emergenza: il ministero dell’Ambiente, infatti, ha pubblicato l’elenco delle 51 zone dove poter realizzare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico. Due sono in Sicilia, in provincia di Trapani, ossia il capoluogo e Calatafimi-Segesta. “Si tratta di una proposta non accettabile – commenta il presidente di Sicindustria Trapani, Vito Pellegrino – perché parliamo di due delle zone più pregiate dal punto di vista paesaggistico, turistico, archeologico e agricolo e pensare minimamente di realizzare in questi luoghi un deposito nazionale di rifiuti radioattivi appare una idea assurda, frutto di una valutazione quantomeno superficiale. Se questo non fosse sufficiente, segnaliamo anche che la provincia di Trapani è caratterizzata da una forte carenza infrastrutturale che riguarda soprattutto il settore dei trasporti. Carenza che rende già difficoltoso e molto costoso il trasporto di beni. Come si potrebbe garantire il trasporto in sicurezza di rifiuti radioattivi? Ci chiediamo anche come mai il Governo non tenga conto di Trapani quando essa risulta agli ultimi posti delle classifiche per qualità della vita (99esima), per tasso di occupazione (42%), per pil pro-capite (con i circa 15.000 euro la nostra provincia continua a posizionarsi al centesimo posto della graduatoria nazionale il cui pil è di 27.500), per non parlare della fuga dei giovani e degli investitori. Stiamo facendo uno sforzo immane per cercare di attrarre investitori e per promuovere l’immagine della Sicilia occidentale e oggi ci troviamo a dover contrastare l’ennesima beffa che, se venisse confermata, ci vedrà costretti a innalzare le barricate. Chiediamo quindi un intervento deciso e urgente da parte di Regione ed Enti locali interessati così da scongiurare l’ennesimo scempio ai danni del nostro territorio”.

 

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