Il Premio Campiello approda a Palermo: Sicindustria ed Edison Energia insieme per celebrare cultura e impresa

martedì 30 settembre 2025

Il Premio Campiello, uno dei più prestigiosi riconoscimenti letterari italiani istituito nel 1962 per volontà degli Industriali del Veneto, ha fatto tappa per la prima volta a Palermo, mercoledì 1° ottobre, nella Sala ONU del Teatro Massimo. Protagonista della serata, organizzata da Sicindustria in collaborazione con Edison Energia, è stata Wanda Marasco, vincitrice del Campiello 2025 con il romanzo “Di spalle a questo mondo”.

Dopo i saluti istituzionali del presidente di Sicindustria, Luigi Rizzolo, dell'assessore del Comune di Palermo, Mimma Calabrò, e del rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri, ha preso la parola Davide Piol, componente del Comitato di Gestione del Premio e presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Veneto.

Quindi la giornalista Elvira Terranova ha dialogato con la scrittrice Wanda Marasco, occasione per approfondire l’opera vincitrice e i temi centrali di questa edizione. La seconda parte dell’incontro è stata dedicata al volume “La Sicilia e noi” di Hugo von Hofmannsthal, arricchito dalle fotografie di Ferdinando Scianna, edito da Henry Beyle, con un panel che vedrà protagonisti Massimo Quaglini, amministratore delegato di Edison Energia, e l’editore Vincenzo Campo (Edizioni Henry Beyle).
In questa occasione Edison Energia ha donato alla città di Palermo una nuova edizione del libro, realizzata con il contributo della società, come segno tangibile dell’impegno a generare valore non solo energetico ma anche culturale e sociale.

“L’arrivo del Premio Campiello a Palermo è un traguardo storico che ci rende orgogliosi – ha commentato Rizzolo – perché sottolinea l’importanza della città come laboratorio di dialogo tra tradizione e modernità, letteratura e impresa, cultura e sostenibilità. La cultura è un pilastro della crescita civile e sociale, ma anche un settore che genera valore economico e sviluppo per i territori. Come Sicindustria vogliamo investire sempre di più in questo ambito, perché sostenere la cultura significa anche costruire il futuro del nostro Paese”.

“In Edison Energia – ha sottolineato Quaglini – cerchiamo ogni giorno di generare valore non solo energetico, ma anche culturale e sociale. E oggi siamo al fianco del Premio Campiello, nella tappa conclusiva in Sicilia, per dare spazio alla cultura come leva fondamentale per costruire comunità più consapevoli e inclusive. Un ruolo importante nell’affrontare le sfide ambientali e sociali del nostro tempo è giocato dalle imprese: devono avere memoria, visione e responsabilità sociale. Il Campiello, con la sua autorevolezza e capillarità sul territorio, è il contesto giusto per diffondere questo messaggio”.

“Siamo profondamente onorati – ha detto Calabrò – di accogliere per la prima volta il Premio Campiello, uno dei più alti riconoscimenti della letteratura italiana. Il Teatro Massimo, simbolo della nostra storia culturale, è il luogo ideale per ospitare un evento che coniuga il valore della scrittura con quello dell’impresa e dell’innovazione. Ringrazio Sicindustria ed Edison Energia per aver reso possibile questa straordinaria occasione di incontro e dialogo, e il Comitato di Gestione del Premio Campiello per avere scelto la nostra città. Palermo si conferma così crocevia di culture, idee e visioni, sempre più aperta alla valorizzazione dei talenti e alla promozione della bellezza in tutte le sue forme”.

“Il Premio Campiello – ha aggiunto Midiri – è un’iniziativa di grandissimo rilievo e rappresenta un esempio straordinario di come la connessione tra cultura e impresa sia un elemento fondamentale per generare valore attraverso la conoscenza. Il nostro Ateneo lavora costantemente per favorire l’incontro tra queste due realtà con l’obiettivo di creare prospettive di sviluppo per la società e per il territorio”.

 


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Wanda Marasco, scrittrice napoletana, già vincitrice del Premio Bagutta Opera Prima con il romanzo L’arciere d’infanzia (Manni, 2003) e del Premio Montale per la poesia con la raccolta Voc e Poè (Campanotto 1997), si è aggiudicata l’edizione 2025 del Premio Campiello con “Di spalle a questo mondo”

 

SINOSSI
Se è vero che ogni esistenza viene al mondo per incarnare un dramma, quello di Ferdinando Palasciano e di sua moglie Olga Pavlova Vavilova è tra i più dolenti e irriducibili: è il dramma dell’imperfezione. Fin da bambino Ferdinando ha odiato la morte al punto da fare della salvezza la sua ossessione di medico. Ma una vocazione così grande, scontrandosi con le iniquità subite, non può che fallire e trovare casa nella follia. Olga, nella sua infanzia a Rostov, ha dovuto misurarsi proprio con l’alienazione materna, quintessenza di Storia e fragilità. Unico scampo da essa la fuga, frenata da una radice nascosta sotto la neve e dalla zoppia, che diventa destino e comunione con l’imperfetto. Ma si può vivere a un passo dall’ideale? Ferdinando, dal buio della sua ratio opacizzata, continuerà a salvare asini e pupi; mentre Olga, pur guarita dalla scienza e dall’amore di Ferdinando, tornerà a claudicare. Voi non credete che quando ci spezziamo è per sempre? La domanda che Olga rivolge al pittore Edoardo Dalbono è sintesi di una irreparabilità e di una caduta che restano perenni.

Il pendolo è muto. Ferdinando e io studiamo le grandezze del tempo sprofondate in un orologio fermo. C’è una gioia selvatica in questa stanza. Facciamo gli amanti in ginocchio, uno di fronte all’altra, con l’impulso a prenderci. Ma ci siamo intimiditi nella morte. Io gli dico che sento intorno a me una luce cieca. È uguale a quella delle primavere russe.

«In questo romanzo fatto di luci e ombre, in cui la storia individuale è sapientemente innestata in quella collettiva, Wanda Marasco raggiunge il culmine assoluto di un affondo nell’umano che da Il genio dell’abbandono non smette di abbagliare e di sorprendere. Ogni frase, ogni parola è sapienza e cura. E la cura – come scrive l’autrice – è quasi tutto». Elisa Ruotolo

«In Wanda Marasco colgo almeno due tratti decisivi: la raffinatezza della scrittura, che occupa tutte le gradazioni dei registri linguistici, e lo slancio drammatico portato entro la narrazione, che dà ai personaggi uno stacco e un dinamismo straordinari».
Cesare Segre

 

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